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Recensione di Un cielo pieno di stelle di Vera Demes, a cura di Paola Garbarino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come Aria e Fuoco

 

Ho acquistato il libro colpita dalla copertina, in bianco e nero con un'immagine che sembra uscita da un film degli anni Cinquanta; in questa orgia di copertine con maschi seminudi o ragazze col cappellino, mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Altro enorme sospiro di sollievo è stato constatare piacevolmente che il libro è scritto molto bene (e non è una lamentela contro il mondo self, lo sono anch’io; ma un semplice dato di fatto). La storia è classica ma di quel classico entrato negli archetipi, che non stanca mai, che fa parte di noi umani: l’amore osteggiato! Altro sospiro di immane sollievo è stato constatare che l’impedimento è a causa della famiglia e non perché il lui della situazione è un completo imbecille come purtroppo ho letto in troppi romanzi contemporanei. Nulla di nuovo, di amore osteggiato ne narrano anche gli antichi miti e il Bardo l’ha consacrato col suo Romeo e Giulietta, eppure calarsi nei panni dei due giovani protagonisti è catartico e ci fa scoprire cose come se tutto fosse nuovo. Lei, rampolla alto borghese a cui la propria vita va stretta; lui, ragazzo in gamba, costretto a far da padre alla stessa problematica madre, con un vero talento per il Surf e il sogno di diventare un asso e fuggire in California. L’autrice è molto brava a creare un clima fastidioso che abbraccia tutti i protagonisti alto borghesi. Romeo e Giulietta sono soli, abbandonati da adulti egoisti, invece Giulia è attorniata anche da persone giovani che non la capiscono, che anche quando si professano amiche non la stanno comprendendo, non la stanno supportando. Ci si chiede perché consideri Alessia la sua migliore amica, quando è la prima a cercare di smontare il suo amore per Axel; e si resta tremendamente amareggiati quando anche la sorella maggiore, altalenante nei suoi comportamenti, la tradisce riferendo ad Axel delle menzogne che lo porteranno lontano. Personalmente non sono riuscita ad affezionarmi alla figura di Giulia, perché l’ho trovata debole e non risolutiva, come se Axel fosse il solo vero protagonista della storia, quello che si spacca in quattro, quello che lotta, quello che ci crede.

Trovo credibile la famiglia borghese che osteggia un amore con un proletario, ma non trovo credibile una serie di cose che, per il solo fatto di essere maggiorenni o che i medici sono tenuti al segreto professionale pena essere radiati dall’Albo, non sarebbero dovute accadere. Mi rendo conto che erano necessarie alla trama però ritengo che si sarebbe dovuto spiegare meglio, entrare nei meccanismi malsani di una famiglia potente capace di comprare ciò che vuole, di corrompere; oppure è stato un accorgimento della scrittrice per rendere il clima di impotenza ancora più assoluto, insopportabile, ci si sente intrappolati in un castello di cristallo dal quale si riesce a vedere il mondo fuori senza però farne parte, dove l’unica cosa vera sembra essere Axel.

Il rapporto tra sorelle mi ha ricordato quello in Ragione e Sentimento di Jane Austen, non nell’affetto che comunque le lega nonostante le differenze, ma nel modo di affrontare l’amore. Claudia è Ragione e Giulia è Sentimento. Claudia riflette, organizza, è in fondo melliflua; mentre Giulia agisce d’istinto, è passionale, agisce prima di riflettere. E, come nel romanzo della Austen, in questa prima parte della duologia sembra che il Sentimento perda, che alla fine sia Claudia quella fra le due ad aver ottenuto maggiormente.

Non è possibile scendere in maggiori dettagli senza rischiare uno spoiler troppo grande, quindi mi fermerò qui. In tutto questo grigio, in questa debolezza, in questa ottusità, la figura di Axel ne esce splendente quanto il Sole. A lui ci si affeziona eccome! Di Axel ci si innamora! E ci viene voglia di seguire il suo sogno, andare in ricerca delle sue radici americane e volare via con lui cavalcando le onde, (citando i Pearl Jam) “Laddove l’onda ci prende”.

Aspetto il seguito per vedere se e in che modo Giulia riuscirà finalmente ad affrontare le sue debolezze. Consiglio all’autrice di mettere un “Continua” alla fine del libro, (magari anche con un graditissimo piccolo anticipo) per non gettare nell’amarezza altre lettrici e non far detestare la debolezza della protagonista.

Un romanzo intenso. Consigliato!!!

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5/5 stelle.

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Come Neve e Pioggia

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Scrivo questa recensione dopo aver divorato questa seconda parte della storia di Axel e Giulia. L’autrice mi aveva colpita già nel primo, per il suo modo stilisticamente perfetto di scrivere e per le emozioni che sapeva suscitare tramite le parole ma ammetto che alcuni passaggi della trama non mi avevano convinta, pur essendo il resto del libro davvero avvincente e intenso. Ora penso che sarebbe stato meglio se avessi scritto la recensione dopo qualche tempo, lasciando che le cose si sedimentassero invece che recensire subito a caldo. Mi rendo conto che quelle cose che non mi avevano convinta mi avevano profondamente disturbata, perché mi ero affezionata alla storia d’amore tra i due giovani e trovavo insopportabile che Giulia non riuscisse a imporsi, a fuggire, a trovare la forza di mollare tutto quel mondo finto e odioso, nonostante la maggiore età le permettesse di chiudersi quella porta alle spalle e salire su un aereo con Axel. Il finale poi mi aveva travolta amaramente perché non c’era nessun cenno che la storia sarebbe continuata, quindi, prima che andassi sul Web a cercare notizie, chiusa quella pagina ho temuto che quella fosse la fine perché comunque avrebbe avuto un senso compiuto, anche se era triste. Leggendo questo seguito, ambientato ben dieci anni dopo il primo capitolo, alcuni dettagli sono stati chiariti, determinate dinamiche familiari sono state approfondite quindi alcune delle cose che capitano a Giulia nel primo capitolo sono apparse più credibili, nell’ottica di questa potente famiglia capace di comprare, ad esempio, la compiacenza di una clinica di salute. E Giulia è, sì maggiorenne, ma pur sempre una ragazzina profondamente vessata dai genitori.

In questo libro entrambi i protagonisti sono cresciuti, in parte mutati. Giulia all’apparenza è ancora la ragazza debole che si lascia influenzare dalla famiglia: un lavoro nella ditta del padre e un matrimonio molto prossimo col candidato perfetto per i suoi genitori. I suoi sogni se ne sono andati via con Axel e lei non ha trovato la forza di reagire. Ma qui, a dispetto di ciò che si potrebbe pensare, quella stessa forza, unita, stavolta, anche alla maggior maturità, ritorna quando a tornare in città è lo stesso Axel. Lui si fermerà per poco, giusto il tempo di sistemare faccende relative a un’eredità ma si ritrova invischiato allo stesso punto di dieci anni prima, nonostante la corazza che si è ormai costruito addosso. I due protagonisti sono colpiti nuovamente, travolti, e sono onde che neppure Axel, campione mondiale di surf, sa cavalcare, perché a certe onde bisogna abbandonarsi e basta, lasciare che c’investano e che ci trasportino laddove vogliano; ora non c’è più la fiduciosa ingenuità della prima volta ma il disincanto della maturità, di una realtà che entrambi non sono riusciti ad accettare pienamente, di sogni che covano ancora sotto le braci.

Non voglio fare spoiler e se dovessi analizzare più approfonditamente la trama sarebbe inevitabile, quindi mi limito a dire che questo secondo capitolo è molto bello, intenso, più profondo del primo e dal clima meno opprimente, per nulla scontato, con un finale che ci tiene sulle spine sino all’ultimo secondo. Non conoscevo questa autrice ma ora andrò a leggere sicuramente altri suoi lavori.

Come già avevo scritto nella prima recensione, la figura di Axel emerge come una stella nel buio, varrebbe la pena di leggere questo bel romanzo anche soltanto per fare la sua conoscenza.

Una storia da leggere d’un fiato!

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5/5 stelle.

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