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Recensione di Signora della Mezzanotte di Cassandra Clare, a cura di Paola Garbarino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrare nel mondo shadowhunters di Cassandra Clare è pericoloso. Per due motivi fondamentali: per il nostro portafogli e perché, inesorabilmente, finiamo risucchiati nel suo mondo urban fantasy.

Ricordo come fosse ieri quando entrai in questo universo: era il novembre 2007 e io stavo facendo il mio solito giro nella libreria Feltrinelli di Genova centro, quella vecchia, a mio avviso più intima e, per quel motivo, la mia preferita fra le varie librerie della città. Per il reparto Young adult bisognava scendere al piano interrato e a me sembrava proprio di calarmi in un mondo dove potevo immergermi senza che nessuno rompesse o interrompesse. A quel tempo acquistavo solo cartacei, prima che il mio futuro marito mi regalasse un lettore e-book per rendermi meno doloroso il distacco da Genova e dalla mia libreria (dovuto al suo lavoro in giro per il mondo). Sono una di quelle che ama avere un libro in mano, sfogliarlo, sentirne l’odore, anche se ormai apprezzo molto la praticità degli e-book. Il primo Shadowhunters - Città di ossa era lì tra le novità. La copertina era accattivante, rigida, con sovracopertina glossy su cui c’era la foto di un ragazzo palesemente stupendo di cui, però, veniva celato mezzo viso. Era Jace Herondale, personaggio principale e l’avrei amato, ma questo ancora non lo sapevo. Voltai il libro per leggere la sinossi (ne leggo poche righe giusto per farmi un’idea, perché odio gli spoiler); fui tentata di rimetterlo giù, perché mi ricordava troppo la serie tv Buffy l’ammazzavampiri, con questa storia dei cacciatori di demoni; e il costo del cartaceo non invogliava l’acquisto. Però la copertina era davvero bellissima e in quel momento avevo finito di leggere tutti i miei (molti) acquisti precedenti, quindi mi convinsi. E fui travolta: la trama era originale nonostante quel dettaglio dei cacciatori e il modo di scrivere dell’autrice totalmente accattivante, con phatos, amore e ironia. Da allora, ho acquistato tutti i libri della saga e per tutti intendo davvero tutti, che sono molti: ben sei della serie principale, tre riguardanti gli antenati, tutte le cronache dello stregone Magnus Bane (in assoluto il mio personaggio preferito, già solo per lui varrebbe la pena leggerseli tutti), tutte le Cronache dell’Accademia e persino il Manuale del Cacciatore. Con questa nuova storia, che inizia qualche anno dopo la fine della serie classica, i protagonisti sono degli altri ma il mondo è lo stesso e i vecchi personaggi vi fanno parte e li ritroviamo fra le pagine, scoprendo cosa gli sia accaduto nel frattempo. La storia è intrisa di magia, il cattivo è la persona meno sospettabile e la Clare riesce anche a farci avere pena di lui; e ho apprezzato molto che, pur essendo un young adult, non abbiamo dovuto penare sei libri perché i due protagonisti principali andassero oltre al fatidico primo bacio; anche se, naturalmente, subito dopo la Clare complica le cose e sicuramente ci farà penare per tutta la saga. Molti i comprimari accattivanti, tra cui spicca il principe delle Fate Kieran, che personalmente mi piace molto come personaggio e che spero che riuscirà ad avere un suo lieto fine.

La scrittura è scorrevole, il ritmo incalzante, l’ironia pungente (anche se minore rispetto ai libri in cui compare spesso lo stregone Magnus, l’Ironia fatta persona).

Il finale ci lascia col fiato sospeso e alla fine, come per darci un contentino nell’attesa del prossimo, l’autrice ci regala un racconto.

Assolutamente consigliato a chi segue la saga e a chi ama l’Urban Fantasy.

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5/5 stelle.

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