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Supernova

(Le cose che non sapevamo di noi)

Stars Saga - 3

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Continua la storia d'amore tra Lisa e Thorger, iniziata in "Come la coda delle comete" e proseguita in "Black Hole".

Il mondo da rockstar di Thorger, dorato e nero e il mondo semplice ma grigio di Lisa si sono incontrati. Due esistenze assai diverse, ma due spiriti affini, che si sono innamorati perdutamente l'uno dell'altra. Entrambi con pesanti segreti sulle spalle e un tormento esistenziale nel cuore. Ma l'Amore da solo, a volte, non basta! Dopo il periodo esaltante dell'innamoramento, deve seguire la scoperta dell'altro, l'accettazione; l'innamoramento deve trasformarsi in amore perché soltanto così potrà crescere. Lisa ha lasciato tutto ciò che è stata la sua vita sino a quel momento, per raggiungere lui a New York, nel suo mondo da rockstar che altro non è che una gabbia per coloro che avrebbero ali: una voliera, d'oro, ma pur sempre gabbia! E qui nella Grande Mela, in questa prigione dorata, i due mondi di Lisa e Thorger collidono! Il buco nero delle loro paure rischia di risucchiarli, di annientare il loro personale miracolo. La convivenza non è semplice, quando l'immaginazione e il sogno divengono reali. La figura di Harald, gemello di Thorger, turba equilibri fragili. Lisa crede che il ragazzo la detesti perché i gemelli sono sempre stati una cosa sola e adesso lei ha incrinato quel loro rapporto speciale. Ma Harald è molto più complesso e sfaccettato di ciò che sembra superficialmente e Lisa inizia lentamente a grattare sotto la superficie, oltre quella sua maschera da terminator. Il tour mondiale investe Lisa, felice di poter finalmente seguire Thorger ma infelice al tempo stesso di dover vivere sempre all'ombra del palco, dei riflettori, perché lui da contratto non può nemmeno dichiararsi sentimentalmente impegnato. L'esperienza è intensa ma quando termina Lisa si rende conto di aver dato troppo potere in mano a Thorger: lui è diventato completamente il suo mondo, se lo perdesse non le resterebbe altro. E Thorger sente che lei gli sta scivolando via fra le dita e la cosa lo getta nel panico, la sua insicurezza lo porta a elevati livelli di gelosia, che non fa che peggiorare la situazione perché, più lui tenta di trattenerla, più Lisa sente che il loro rapporto è squilibrato. Thorger ha sempre temuto di non essere degno di lei, che vivere in quel modo non vale la pena e quando Lisa inizia a diventare oggetto di odio da parte delle fan dei Supernova, Thorger inizia seriamente a temere per l'incolumità di Lisa e, seppur distrutto, cerca di convincersi che forse dovrebbe lasciarla andare. Ma Lisa reagisce con forza, dimostrandogli che niente ha scalfito il suo amore, nonostante i problemi, le insicurezze, le paure, lei vuole restare con lui. Thorger si rende conto di averla trascurata e, per ritrovare la magia delle loro prime settimane vissute a Genova, la porta finalmente a fare il viaggio on the road degli Stati Uniti che è sempre stato il sogno di Lisa. E là, durante una delle ultime tappe, le chiede di trascorrere tutto il loro futuro insieme. Lisa ne è felice ma anche terribilmente spaventata, sa che i problemi sono ancora lì e non vuole rischiare di fare gli stessi sbagli che ha fatto con Jack, il ragazzo genovese con cui è stata cinque anni e di cui ora non sa più nulla perché lui l'ha come cancellata dalla propria vita. Thorger le propone allora un patto, al termine del quale Lisa lo sposerà; ma quando il patto sta per giungere al termine, quando la magia sembra esser stata ritrovata, quando anche Harald pare aver trovato un suo modo per essere felice insieme a una ragazza semplice, Thorger viene avvisato che Lisa è stata aggredita. Come un Romeo pazzo di dolore corre verso l'ospedale, senza sapere se la sua Giulietta sia viva o morta...

 

 

 

 

Estratto:

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Thorger - “I sentieri sono aspri. I Dossi si ricoprono di ginestre.” (Arthur Rimbaud, dalla poesia Infanzia, dall’opera Illuminazioni)

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Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

Lisa!

LisaLisaLisaLisaLisaLisaLisaLisaLisaLisaLisaLisaLisaLisa…

Ti prego!

Dio, ti prego!

Lisa, va tutto bene se tu stai bene!

Lisa!

Lisa!

Amore mi dispiace se ogni tanto faccio lo stronzo!

Amore mi dispiace se ti ho fatta soffrire!

Mi dispiace se ti ho trascurata!

Mi dispiace se ti ho data per scontata!

Lisa sei tutto! Non mi basta niente, se non ci sei tu!

Va tutto bene se tu stai bene!

Tutto bene!

Tutto, tutto, tutto bene!

Lisa!

Dio, Lisa!

Ti prego! Lisa, ti prego, resta con me!

Cazzo non fare scherzi idioti!

Dio!

Lisa, ti prego!

Lisa!

Lisa!

Lisa!!

Era in ogni mio respiro!

Era ogni mio respiro, mi sembrava di soffocare senza il suo nome in bocca!

La mia mente non riusciva a pensare ad altro. Perché non c’era niente altro al mondo, soltanto lei!

Il Mondo intero non esisteva se lei non c’era!

Potevano staccare i fili che tenevano su le Stelle!

L’intera Creazione sarebbe stata da buttare nel cesso se il suo sorriso non c’era più!

Lisa era come la Luce: se è presente, non esiste il Buio. E al tempo stesso sapevo che soltanto la Luce può creare le Ombre. Avevamo le nostre ma adesso non mi sembravano importanti. Erano niente! Vedevo soltanto il nostro Amore, che era vero, era sincero.

Il mio cervello era attraversato da mille immagini mostruose riguardanti ciò che poteva esserle capitato e io mi sentivo trafitto da altrettante lame.

Dovevo concentrarmi sulla strada, sulla moto, ma quando mi ritrovai davanti al Pronto soccorso non sapevo come ci fossi arrivato, né che fine avesse fatto il casco. Non registrai nemmeno il ricordo di aver tirato il cavalletto o di aver direttamente scaraventato per terra la moto.

Probabilmente irruppi in ospedale come un pazzo. Non riuscivo neanche a concentrarmi su cosa stessi dicendo ma capivo che quelle persone non volevano aiutarmi. Ecco, dicevano qualcosa a proposito della parentela: non ero un parente!

Lei era il mio amore, la mia vita, il mio ossigeno, ma sembrava non contare nulla per questa gente!

Stavo per diventare una di quelle star arroganti che gridano frasi del tipo: Voi non sapete chi sono io quando qualcuno disse il mio nome, quello del mio alter ego.

“T Stark!”

Mi voltai immediatamente.

Una dottoressa mi stava venendo incontro e gli altri si dileguarono.

Dovevo riprendere lucidità, se continuavo così mi avrebbero sedato o chiamata la Sicurezza. Lessi il nome sul cartellino, era il primario “Vi prego, ditemi che siete una mia fan e che potete aiutarmi!”

Quella sorrise “Mia figlia ha una cotta per i Supernova. Per il vostro batterista, però!”

“Vostra figlia ha appena vinto biglietti per tutti i prossimi concerti dei Supernova. Vi prego, sono qui per la mia fidanzata!”

“Sì, ho capito di chi parlate! Venite, togliamoci da qui!”

La seguii. Stavo agonizzando! Volevo solo che mi dicesse che era viva!

È un brutto, bruttissimo segno, quando è la Polizia a contattarti. D’altronde Lisa era fuori a correre, quindi non aveva documenti, soltanto il proprio smartphone nella fascia al braccio con cui ascoltava musica. Se l’avessero trovati, probabilmente mi sarei ritrovato gli agenti alla porta visto che il mio indirizzo era segnalato come domicilio.

Entrammo nel suo studio “Vi prego, ditemi come sta!” non mi ero mai sentito più debole e impotente di così, nemmeno quando m’ero risvegliato dal coma etilico che mi aveva fottuto il battito per ottantasette secondi.

Ero pronto a implorare, a mettermi in ginocchio, a staccare un assegno corrispondente al mio intero patrimonio, davanti a quell’essere umano che deteneva il potere di darmi la vita o la morte con una sola parola.

Quella donna era come uno degli antichi imperatori romani che decidevano con un movimento del pollice la vita o la morte in un’arena. Ma io non ero un gladiatore, non ero un martire, ero un ragazzo innamorato e spaventato da morire!

“Non potrei dirvelo...” aprii bocca per scongiurare ma lei fece un cenno per fermarmi “...come procedura dovremmo contattare i suoi parenti più prossimi e ottenere un’autorizzazione che deleghi voi. Ma siete un personaggio conosciuto e ho letto anch’io le notizie, quindi so che siete veramente il suo fidanzato e ho già controllato l’indirizzo di domicilio. Per buon senso, farò un’eccezione!”

“Come sta? La Polizia ha detto che è stata aggredita!” in quel breve istante mi resi conto che il Tempo è un concetto relativo, perché mi parve che si dilatasse all’infinito, che io osservassi me stesso attendere su un baratro le parole che mi avrebbero scaraventato giù in agonia o ancorato a terra con immensa gratitudine. In quel solo istante vissi tutta la mia vita senza Lisa: e fu vuota, fu triste, fu senza senso! Un’esistenza in cui avevo tutto ma in realtà non avevo niente perché avevo perso l’Amore! E nello stesso istante vissi tutta la vita con Lisa e fu piena di calore, di bambini che ci somigliavano. E promisi a me stesso che, se Dio me l’aveva lasciata, non avrei permesso a nessuno di separarmi da quest’ultima visione stupenda, anche se sapevo che il mio peggior nemico ero proprio io e i miei buchi neri.

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