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Starburst

(Le cose che non sapevamo di Harald)

Stars Saga - Novella alternativa di Come la coda delle comete

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come sarebbe andata se quella sera in discoteca Lisa avesse detto sì alla proposta di Harald? Sarebbe stato per una sola notte? O per molte di più?

Per tutti quelli che hanno amato il personaggio di Harald, una variante della storia, per continuare a sognare.

 

 

(Venerdì 16 gennaio 2015 - Discoteca L’Inferno, Genova, Italia)

 

La voglio, la voglio tremendamente mentre guardo la sua schiena.

Il suo non è quello che cerco mi ha spiazzato, mi ha deluso, mi ha frustrato. Mi brucia da impazzire, non tanto per il rifiuto quanto per il desiderio che mi è saltato addosso appena s’è voltata per allontanarsi da me nella bolgia di questa discoteca genovese.

Mi volto verso Thorger e noto che anche lui sta fissando la ragazza che mi ha appena detto di no nonostante l’alchimia fortissima che c’era nell’aria.

La sta ancora fissando poi finalmente cerca il mio sguardo e mi rifila un sorrisetto bastardo.

Gli faccio una smorfia, sto per andare da lui ma cambio idea, non ho voglia di sorbirmi la sua presa per il culo, adesso, quindi vado a smaltire da solo la delusione al bar; e questa sola, piccola, apparentemente insignificante scelta, cambia la mia vita, perlomeno, la vita che avrei potuto avere.

C’è una ressa infernale, adeguata al nome della discoteca, probabilmente tutti i giovani di questo buco di città sono qui stasera. Mi prendo una birra e vado a nascondermi in terrazza per non farmi veder bere da mio fratello nemmeno per sbaglio, non voglio dargli brutti esempi visto il suo coma etilico.

È gennaio quindi non c’è praticamente nessuno, però la mia attenzione viene attirata dalla stupenda stronza che mi ha scaricato.

È seduta, sola, a uno dei tavolini e sta scrivendo sul cellulare. Ha indosso una giacca quindi capisco che è già passata al guardaroba e che probabilmente sta per andarsene.

Il mio amor proprio mi dice di fare la stessa cosa ma mentre sto decidendo lei alza lo sguardo e mi vede.

Come minimo mi darà dello stalker quindi la precedo “Giuro che non ti sto seguendo, volevo solo bermi una birra in pace.”

“A voi Tedeschi piace bere birra anche al freddo e al gelo? Niente congestioni?”

Mi scappa un sorriso “Ora che l’hai detto mi verrà di sicuro!”

“Non sono io che porto sfiga, è solo che sono più acuta nell’analizzare cause e conseguenze!”

“A volte nella vita bisogna rischiare!” la sfido e ne bevo una lunga sorsata, poi gliela tendo “Ne vuoi mica?!” le darei ben altro.

E lei sorride e io vorrei sdraiarla sul tavolo.

Allunga una mano “Ma sì, sfidiamo la congestione! Sto avendo una brutta serata, di certo un po’ d’alcol non potrà peggiorarla!”

Non me lo faccio certo ripetere, mi avvicino e le porgo il bicchiere.

Ne beve un sorso appena poi me lo rende.

“Ti chiederei perché la tua serata sia brutta ma non vorrei che pensassi che ci stia ancora provando con te.”

Fa un altro sorrisetto e dribbla la risposta “Invece come sta andando la tua?”

“Potrebbe andare meglio!” schietto “A proposito di congestioni, perché stai fuori a scrivere messaggi? Se posso farmi un po’ i fatti i tuoi, naturalmente…”

“Dentro c’è un tale casino, non lo sopportavo più! Sto per andarmene, stavo solo mandando qualche messaggio minatorio prima d’infilarmi in macchina.”

“Minatorio?! Scusa, forse non afferro il significato in italiano. Intendi minaccioso?”

“Esatto!”

Sogghigno “Hai molti nemici?”

“Veramente lo sto scrivendo alla mia migliore amica. Ero venuta a prenderla per portarla a casa, era a pezzi dopo essere stata mollata via WhatsApp.”

“Quindi cercavi lei?”

“Al momento sta facendo una visita laringoiatrica al tipo che l’ha mollata un paio d’ore fa.”

Scoppio a ridere.

“Beh, sono contenta di aver perso il mio preziosissimo tempo da laureanda per far almeno ridere qualcuno!”

“Ti stai per laureare?”

“Se riesco a passare il mio dannato ultimo esame, sì!”

“Cosa ti manca?”

“Lingua e Letteratura inglese. La letteratura non è un problema ma nella conversazione non sono il massimo!”

“Se ti proponessi delle ripetizioni naturalmente penseresti che ci sto riprovando?!”

“Beh, sì!”

“Peccato!”

“Ci stai riprovando?”

“Sono bravo con l’Inglese!”

“Sei bravo anche a non rispondere!”

Faccio un sorrisetto e lei cambia discorso.

“Perché ti nascondi per berti una birra?”

“È una lunga storia.”

“Mi piacciono le storie lunghe, le saghe! Per me un romanzo non può essere tale se non ha almeno trecentocinquanta pagine!”

“Beh, ci sono delle eccezioni, comunque la penso come te!”

“Davvero?”

“Mi piace molto leggere!”

“Posso dirti schiettamente che penso che sia una balla?”

“Sono troppo bello per avere anche un cervello?!”

“In effetti la Natura sarebbe stata un po’ ingiusta a donarti tutte queste qualità! Non sembri nemmeno della stessa razza della maggior parte dei maschi che sono qui stasera.”

“E cosa sembro?”

“Un alieno.”

“Tipo E.T.?”

“No, tipo Thor del pianeta Asgard!”

Il mio cuore salta, non trovo mai ragazze che citino Leggende, Miti, Film, Fumetti; non così carine, almeno. Di solito il loro massimo è un film strappalacrime. L’ultima volta che una ragazza ha scelto il film della serata, mi sono ritrovato a guardarne uno tratto da un romanzo di Nicholas Spark. Diavolo, uno stillicidio a cui posi fine ribaltando la tipa sul divano a metà film e facendola gemere per il piacere e non per la commozione “Adoro il dio Thor!”

“Hai parenti nordici?”

“Nordici?! Perché?”

“Sembri Morten Harket.”

“Il cantante norvegese?”

Fa un sorrisetto “Non penso ce ne siano molti con quel nome.”

Ridacchio “Chi lo sa, può essere! Tu riesci a spingerti tanto in là nell’albero genealogico?”

“No, solo sino ai bisnonni!”

“Anch’io.”

“Secondo me hai avuto dei vichinghi in famiglia!”

“Può darsi!” mi stringo nelle spalle “Quindi mi hai appena paragonato a Thor e a Morten. Penso sia un complimento, no?!” gongolo.

“No, un semplice dato di fatto!”

La sua ironia mi eccita.

“Quindi secondo la tua teoria non posso essere anche intelligente?”

“Puoi ma sarebbe davvero ingiusto negli equilibri dell’Universo!”

“Non lo sai che nel mondo terreno non c’è Giustizia?!” la provoco “Vuoi interrogarmi?” prendo una sedia e mi sistemo davanti a lei.

Lisa mi fissa perplessa poi fa un sorrisetto storto che mi eccita ancor di più “Cosa stai leggendo in questo momento?”

“Sono in una fase nostalgica, quindi sto rileggendo uno dei miei preferiti: Paradiso perduto, di…”

“Sì, lo so di chi è!” m’interrompe.

“Curioso come certe cose possano sembrare diverse se osservate da un altro punto di vista!” commento.

Lei annuisce “Si riesce quasi a perdonare Satana… a comprenderlo.”

Bene, se si parla di Letteratura smette di prendermi per il culo “Sì, ma non lo si può perdonare comunque, anche se la maggior comprensione ce lo fa apparire così fallibile, così umano.”

“Ma resta imperdonabile?”

“Chi sbaglia avendo conoscenza del Tutto non sta sbagliando, sta scegliendo. Satana sapeva. Il livello della sua conoscenza è pari al livello della sua abiezione. Non ha tramutato la sua immensa conoscenza dei piani di Dio, dei Misteri, in Saggezza.”

“Quindi è imperdonabile…”

“Si possono perdonare gli Umani, fallaci, imperfetti, non gli Angeli. Solo Dio potrebbe perdonarlo… e probabilmente alla fine dei Tempi lo farà. Ma in fondo Lucifero è rimasto un servitore perché penso che il Male sia necessario al Bene.”

Mi fa uno strano sorriso e mette via il cellulare “Allora, quella lunga storia?”

“Vuoi davvero che te la racconti? Mi sembrava che stessi per andartene. Comunque riguarda mio fratello quindi non mi sembrerebbe corretto raccontartela!”

“Hai un fratello? È qui?”

“Sì, è qui anche lui.”

“Più grande o più piccolo?”

“Sono il maggiore!” anche se di pochi minuti, comunque mi sono sempre sentito responsabile. Se non l’ha visto non voglio metterle la curiosità adesso, voglio che resti concentrata su di me “E sono quello divertente fra noi due!”

Scoppia a ridere “Lui è quello noioso?!”

“No, ma è un po’… tormentato. Sai, tipo i poeti decadenti.”

“Uh, penso di conoscere molto bene quelli come lui…” e d’improvviso torna seria, quasi triste.

“Allora, faccio parte anch’io della tua brutta serata?!”

Scuote la testa “No, in effetti no!”

“Non era mia intenzione!”

“Sono stata un po’ stronza, eh?!”

Esito un attimo; il suo rifiuto mi brucia ma non posso dire che sia stata davvero stronza “Sei stata onesta… credo.”

“Non volevo fare quella che se la tira…”

“Non volevo fare il porco insensibile… non lo sono, mi dispiace se ti ho dato quest’impressione…”

Mi osserva un lungo istante “Fai spesso così?”

“Dire la verità?!”

Fa un sorrisetto “Provarci con una di cui hai appena saputo il nome.”

“A volte, non spesso, di solito le ho già conosciute… comunque non mi piace passare mesi a corteggiare una donna, soprattutto se è chiaro che entrambi non vogliamo impegnarci. Mi piacciono le persone che chiamano le cose col proprio nome. Odio i giochetti!”

“Anch’io odio i giochetti!” annuisce “Non l’hai mai fatto? Corteggiare e impegnarti?”

“Sì ma ero giovanissimo!”

“E ne è valsa la pena?”

Mi viene un sorriso spontaneo “Sì, eccome! È diventata la mia ragazza ed è stata una storia molto bella.”

“Poi è finita?”

“Sono dovuto partire e avevamo nemmeno sedici anni…” le sto raccontando cose che non ho mai detto a nessuno al primo incontro, spesso nemmeno al ventesimo.

Fa un sorriso dolcissimo, come se si stesse immaginando il me quindicenne con la fidanzatina.

“Buonasera!”

Ci voltiamo entrambi e vediamo Alessandro venirci incontro. Sta fumando una sigaretta.

“L’ho trovata. La ucciderò!” dice Lisa.

Lui sogghigna “Sì, l’ho vista anch’io! Cosa ci troverà in quel tipo, a parte il metro di lingua in cui sta inciampando tutto L’Inferno?!”

Lei si stringe nelle spalle.

“Torni a casa con me?” le chiede.

“No, non ho voglia di aspettarti!”

“Ormai sei qui, tanto vale rimanere!” insiste lui “Balliamo un po’, facciamo gli scemi…” guarda me “…chiediamo a Harald di cantarci lo Jodel.”

Rido “Hey, non so cantarlo!”

“Che tirolese sei?”

“Sono mezzo italiano!” cerco di difendermi.

“Un mezzo Jodel con accento genovese?”

“Mamma è di Bolzano!”

“Uffa, sei un ragazzo inutile!” e sogghigna verso Lisa “O forse no! Per favore, portala a fare un giro, a mangiare la focaccia, a correre in Corso Italia, a far colazione al Bar Motta, a nuotare coi pesci mutanti in porto, ma non portarla a casa in queste scazzatissime condizioni o domattina ucciderà la nostra migliore amica.”

Lisa apre la bocca poi la richiude.

Io non vedo l’ora ma ho paura che se farò quello troppo ansioso di portarla via lei dirà di no “Solo se la signorina vuole…”

“Alex…” con espressione indecifrabile.

Lui si avvicina “Non penso che tu voglia vedere una certa persona che si sta scolando mezzo bar in questo momento…”

“L’ho già vista quella persona!” pianissimo.

“Prima dello scolamento bar?!”

“Credo di sì!”

“E io credo che verrà a citofonare alla tua porta tra nemmeno un’ora, quindi non tornare a casa adesso. Ci vediamo domattina… oppure no!” si volta verso me “Mi faresti questo enorme piacere?!” e mi strizza l’occhio.

“Ripeto: solo se la signorina vuole.”

“D’accordo, la signorina vuole!” salta su Lisa, fulminando il suo amico e dirigendosi verso l’entrata.

Rivolgo un cenno ad Alessandro e faccio per andarmene.

“Harald?!”

Lo guardo.

“Così, tanto per dire… è la mia migliore amica. E so dove trovarti!”

Non sembra più molto ridanciano, però poi aggiunge un sorriso “Divertitevi consapevolmente e responsabilmente!”

Mi scappa un sorrisetto, poi raggiungo Lisa che dal passo non sembrava intenzionata ad aspettarmi, però incredibilmente la trovo in attesa al Guardaroba.

Prendo la mia roba e usciamo.

...

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